Antarés Modernità occulta - Le radici simboliche delle arti contemporanee n.5/2013
Gli animatori del futurismo interpretarono la poesia come un
assalto violento “contro le forze ignote”: lo aveva sostenuto sin dal Manifesto di fondazione del futurismo
(1909) Filippo Tommaso Marinetti. Per Giovanni Papini il futurismo
rappresentava l’“amore del rischio, del non tentato, del non provato,
dell’altezza non raggiunta”, “dell’abisso non scandagliato”.
Dichiarazione poetica che lascia intravedere quanto i futuristi
subissero il fascino delle scienze occulte e dei fenomeni paranormali
rappresentati da quell’abisso del quale scrive Papini. Ad avvalorare la
tesi di una passione per l’esoterismo coltivata dai futuristi ecco La scienza futurista,
manifesto redatto da Bruno Corra, Arnaldo Ginna, Emilio Settimelli,
Mario Carli, Remo Chiti, Oscar Mara e Vieri Nannetti. I firmatari
incitavano “i cervelli geniali a gettarsi nell’esplorazione delle nuove
materie e delle nuove energie che vanno affacciandosi alla nostra
conoscenza”. Ben prima delle ricerche medianiche dei surrealisti,
scrivono: “Attiriamo l’attenzione di tutti gli audaci verso quelle zone
meno scandagliate della nostra realtà che comprendono i fenomeni del
medianismo, dello psichismo, della rabdomanzia, della divinazione, della
telepatia”. E Corra, alla ricerca di un autre monde, dichiara
di non aver mai conosciuto “una manifestazione di vita che sfugga alla
logica. Unica via d’uscita sarebbe aprirsi una strada verso altre vite,
verso il soprannaturale. Ed io cerco uno spiraglio verso
l’ultranaturale”.
Marinetti è stato attratto dai fenomeni medianici e spiritici nonché
dalle creature vampiriche e dai romanzi dell’occulto e misteriosofici.
Lo dimostrano le sue conoscenze e le esperienze artistiche e letterarie
precedenti la nascita del futurismo. In testa alla schiera di
intellettuali iniziati e occultisti che frequentava troviamo il poeta
William Butler Yeats, studioso dell’alchimia e delle dottrine esoteriche
occidentali. Teosofo, fondatore della Dublin Hermetic Society, fu
nominato Magister Templi dell’Hermetic Order of the Golden
Dawn, organizzazione alle origini della magia cerimoniale moderna. Ad
essa furono iniziati Aleister Crowley, il “giornalista dell’occulto”
Jules Bois e Alvin Langdon Coburn, fotografo del vorticismo, movimento
che tra i suoi fondatori annoverava Ezra Pound. Amico di Yeats, il poeta
frequentava l’associazione segreta Quest Society ma, nonostante fosse
affascinato dalla magia, non svolse “operazioni” magiche – a differenza
dello scrittore-iniziato Fernando Pessoa. Personaggio inquietante fu
Crowley, che oltre a dedicarsi a pratiche di magia sessuale cercò una
via iniziatica dipingendo tele distanti dalle opere cubiste e futuriste
ma in linea con lo stile dell’Espressionismo tedesco. Egli si definì un
“impressionista del subcosciente” che dipingeva posseduto da un demonio
interiore, sotto l’effetto di allucinazioni provocate da sostanze
psicotrope e da fantasie sessuali perverse.
Fondatore della Golden Dawn fu Samuel Liddle MacGregor Mathers,
sposato con Mina – poi Moina –, sorella di Henri Bergson. Ex presidente
della Society of Psychical Research, Bergson scrisse L’Evolution créatrice, alla quale devono molto il vitalismo intransigente, il concetto di simultaneità e le sensazioni dinamiche espresse in primis dalla poetica dello scultore futurista Umberto Boccioni.
Tornando a Yeats, egli fu legato all’entourage della rivista
“Poesia”, fondata da Marinetti nel 1905. Diventata in seguito l’organo
promotore del primo futurismo, “Poesia” fu un coacervo di scrittori
simbolisti, post-simbolisti, parnassiani, crepuscolari e decadenti.
Molti dei suoi collaboratori si interessarono di esoterismo, come Eduard
Schurè (autore de Les grandes initiés), Gustav Kahn (fondatore
del “verso libero” francese), Saint-Pol-Roux (tra i precursori del
surrealismo), Catulle Mendes, Villiers de L’Isle-Adam (suo il romanzo L’Eve future),
il francesista Gustavo Botta e Paul Adam, membro dell’Ordre
Kabbalistique de la Rose-Croix, fondatore di una setta martinista nonché
scrittore di romanzi visionari (è ad Adam che Marinetti dedica il
saggio Le futurisme). Su “Poesia” apparvero le recensioni al poema marinettiano Roi Bombance,
dove figura un “Poeta-Idiota” che rassomiglia alla parodia di Marinetti
stesso e di Sâr Péladan. Cattolico integralista e romanziere di
successo, Josephin Aimé Péladan costituì nel 1888, con Stanislas de
Guaita e Oswald Wirth, l’Ordre Rose+Croix, del quale era membro anche
Adam. E Marinetti, per la prima rappresentazione teatrale di Roi Bombance, scelse la scenografia dell’artista teosofo Paul E. Ranson. É communis opinio
che il fondatore del futurismo frequentasse occultisti e studiosi di
esoterismo. Come Boccioni, era amico del teorico del Divisionismo
Gaetano Previati, l’unico pittore italiano invitato a partecipare al
primo “Salon de la Rose+Croix”, esposizione del 1892 che raccoglieva
artisti iniziati alla dimensione magica come Jean Delville, Fernand
Khnopff, Félicien Rops, Georges Rouault ed il musicista Erik Satie.
Seguendo questo filone nascosto e carsico dell’irrazionalismo che
pervase la cultura del XIX e del XX secolo, teniamo presente che
Marinetti visse a Parigi, capitale culturale d’Occidente, fulcro della
cultura occultista e della diffusione dei centri esoterici ed
iniziatici; qui entrò in contatto con l’ambiente massonico e con quei
socialisti che ispirarono parte della sua ideologia rivoluzionaria.
All’epoca, in Italia, i socialisti erano capitanati dal Gran Maestro Aggiunto della Massoneria
Arturo Labriola, amico dell’avvocato Innocenzo Cappa, difensore di
Marinetti nel processo per oltraggio al pudore intentatogli dopo la
pubblicazione del suo primo romanzo futurista, Mafarka, e suo futuro suocero.
Alcuni futuristi italiani si occuparono di occultismo e di magia latu sensu
ed è possibile distinguere tra il futurismo “milanese” di Marinetti e
di Boccioni di stampo magico-teosofico, quello fiorentino vicino alla
rivista “Lacerba” di carattere animista-metafisico e quello del gruppo
de “L’Italia Futurista”, legato ad interessi spiritualisti ed
occultisti.
Marinetti indulgeva in pratiche spiritiche da Enrico Annibale Butti e
sua moglie Lida Brochon, in compagnia del pittore Melina, famoso per le
sue doti di medium. La passione per lo spiritismo fu condivisa
dal capo del futurismo con il pittore Gino Severini, che partecipò a
Parigi a diverse sedute medianiche in compagnia della moglie Jeanne
Fort. A caccia di spiriti andarono anche il pioniere dell’estetica
cinematografica Ricciotto Canudo e l’artista Thayaht (Ernesto
Michahelles) che realizzò un tavolino per evocare le anime dei morti
(studioso di ufologia, fondò a Marina di Pietrasanta, nel 1954, il primo
centro di avvistamento ufologico italiano).
Ne L’ellisse e la spirale Paolo Buzzi contemplava immagini legate alla tradizione dei Rosa+Croce, e nel Poema di Radio-Onde (1933-1938) dimostrò la sua frequentazione del milieu esoterico e la conoscenza dei procedimenti magici.
Ginna e Corra parteciparono a Ravenna ad incontri metapsichici
guidati dal medium Franco Passi: autori di testi teorici intrisi di
cultura occultista come Arte dell’avvenire, i fratelli Ginanni Corradini vissero esperienze allucinatorie provocate da stupefacenti e si interessarono alla trance, alla scrittura automatica, alla telecinesi, alla teosofia e all’antroposofia di Rudolf Steiner.
Il pittore Giacomo Balla, attratto dagli insegnamenti del teosofo Johannes Lauweriks, si definì occultista
e confessò di condurre le sue ricerche sul terreno dell’ignoto:
“Cammino senza toccar terra, talmente il mio spirito è elevato e sento
anche quello che non si vede”. A Roma, Balla partecipò a sedute
spiritiche da Carlo Ballatore, presidente del Gruppo Teosofico di Roma,
ed ebbe come guida alle sue contaminazioni esoteriche Julius Evola.
Protagonista di una breve stagione futurista ed enfant prodige
del gruppo dadaista italiano, Evola frequentò la Società Teosofica di
Decio Calvari e negli anni Trenta costituì il sodalizio magico del
Gruppo di Ur, e le riviste “Ur” e “Krur”, nel tentativo di rivitalizzare
la componente esoterica del paganesimo tradizionale romano in ambito fascista.
Sperimentatore degli stati alterati della coscienza, Evola conobbe
Arturo Reghini, membro del comitato direttivo di “Lacerba”, fondatore di
“Atanòr” e “Ignis”, iniziato all’Ordine di Memphis e Misraim e al Rito
Filosofico Italiano, al quale si dice appartenesse anche Crowley. E,
sempre in ambito massonico, il critico e poeta futurista armeno Hrand
Nazariantz fu nominato Gran Sorvegliante della Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana.
Con Fortunato Depero, Giacomo Balla firmò La ricostruzione futurista dell’universo,
dove si affermava: “Daremo scheletro e carne all’invisibile,
all’impalpabile, all’imponderabile, all’impercettibile”. E Balla, in
merito al suo avvicinamento al movimento futurista, scrisse: “Altro che
pazzia e buffonate… sano ottimismo, entusiasmo sincero, operosità
assillante, virtù elevatissime alimentate da forze soprannaturali ignote
al volgo”.
Fu affascinato dalle sedute spiritiche anche il pittore Enrico
Prampolini, animato dal “desiderio latente di vivere le forze occulte
dell’idealismo cosmico”. Prampolini realizzò le scenografie di Thais (1916), film allucinatorio girato da Anton Giulio Bragaglia, l’inventore del Fotodinamismo futurista.
Quest’ultimo credeva alla metempsicosi, era appassionato di “fotografia
dell’invisibile” ma in diverse occasioni contestò la scientificità di
esperienze di medium famose come Linda Gazzera ed Eusapia Palladino. Si
accanì anche contro i fenomeni paranormali pubblicati dal Comité
d’Études de la Photographie Trascendentale della Sorbona e contro le
apparizioni della Gazzera riprodotte nel libro di Enrico Imoda, Fotografie di fantasmi (1912). Inoltre Bragaglia confutò le manifestazioni sovrannaturali della Palladino: la medium, una volta caduta in trance,
faceva scaturire dalla propria testa e dalle mani delle scintille,
sollevava tavolini, faceva sparire oggetti, lievitava e materializzava
ipotetiche impronte di esseri spiritici su lastre fotografiche.
Se Mario Carli aveva adottato un sistema di scrittura automatica pre-surrealista per le sue Notti Filtrate – poema che anticipa Les Champs magnétiques
di André Breton e Philippe Soupault –, Carlo Carrà definì le sue
“parole in libertà” come delle “divagazioni medianiche”: espressione
apparentabile alle “sintesi grafiche” della moglie di Marinetti,
Benedetta, ai “grafismi psichici” degli Stati d’animo disegnati
di Giuseppe Steiner e alle “psicopatografie” di Osvaldo Bot. Le
“divagazioni medianiche” erano anche vicine alle “grafopoesie” di Pino
Masnata, ai “diagrammi degli stati d’animo” di Piero Illari e alle
“psicopitture” di Angelo Rognoni. Il padre di queste ricerche fu
Boccioni, che credeva alla teosofia e alla materializzazione degli
ectoplasmi e fu influenzato dalla teoria della “quarta dimensione”
dell’architetto-teosofo Claude Bragdon, autore di Quadrato e cubo (Una parabola umana).
Lo scultore futurista manifestava in arte “l’invisibile che si agita e
che vive al di là degli spessori” della materia. Egli inseguiva nelle
sue opere quegli “stati d’animo plastici” collegati al trascendentalismo
fisico e al “mistero biologico della materializzazione medianica”.
Boccioni riteneva l’artista un “traduttore del caos che avvolge le
cose”, in grado di rivolgersi ad un pubblico moderno, intento a parlare
“di rivoluzione, di scioperi, di spiritismo, di radio”.
Si interessarono ai principi teosofici, alla metapsichica e
all’astrologia Corrado Govoni, il pittore Athos Casarini, l’aeropittore
Mino Delle Site e Gino Cantarelli, autore dell’esoterico Ascendenze cromatiche
nonché disegnatore di motivi astratti stimolati da visioni medianiche e
da imprevisti flussi del subconscio. Armando Cavalli, che connotava i
versi liberi e le parole in libertà de Il giallo e l’azzurro con una forte componente mistico-teosofica, fu amico dell’antroposofo Lamberto Caffarelli.
Luigi Russolo, creatore dell’Arte dei Rumori, iniziato all’occultismo e alle filosofie orientali, scrisse Al di là della materia, investigazione sulle “scienze segrete” e sul magnetismo. Romolo Romani, firmatario di una prima stesura del Manifesto dei pittori futuristi,
autore di ricerche pittoriche legate all’extrasensibile, si recava agli
incontri della Società di Studi Psichici costituita nel 1894 a Milano
da Angelo Marzorati, Enrico Morselli e Cesare Lombroso, scienziati
impegnati in studi sui fenomeni spiritici e paranormali. Enrico Cardile,
messe da parte la poesia futurista e la critica letteraria, si dedicò a
studi esoterici e cabalistici, culminati con la curatela del Trattato della Quinta Essenza ovvero de’ Secreti di Natura attribuito al “mago” Raimondo Lullo.
A Firenze “L’Italia Futurista” fu caratterizzata da interventi di
carattere esoterico, da incursioni nei campi del paranormale e della scrittura automatica. Sulla rivista apparvero gli scritti ultraveggenti
di Maria Ginanni, che praticava la “scrittura del pensiero senza
«intermediari»”, e quelli di Irma Valeria, ove i poteri medianici
consentivano di cogliere aspetti oscuri ed intangibili della realtà:
“L’occulto forse riallaccerà le dita sottilissime a quelle di un’arte
fatta di fremiti interiori, musicali, complessi e misteriosi. Cerchiamo
di […] scoprire l’atomo occulto del nostro essere”. Le ricerche di
queste dimensioni parallele si appalesarono sul giornale attraverso un
flusso di tavole parolibere mescolate a disegni inquietanti, come i
segni dell’astrattismo mistico di Rosa Rosà o le Sensazioni disegnate di Arnaldo Ginna.
Sempre a Firenze Giovanni Papini, prima di scendere nell’arena
futurista di “Lacerba”, fondò con Giovanni Amendola la rivista teosofica
“L’Anima”; poi, con Ardengo Soffici, Ottone Rosai ed Emilio Pettoruti,
frequentò il mago Alejandro Schultz Solari detto Xul Solar. Influenzato
da quest’ultimo, capace di sregolare i sensi à la Rimbaud, Soffici scrisse per “Lacerba” Raggio, un testo fortemente intriso di principi teosofici e riproposto sulla rivista “Ultra” con il titolo La teosofia nel futurismo. In realtà il primo incontro arcano tra futurismo e occultismo è suggellato dal Manifesto tecnico della pittura futurista
(1910), nel quale gli artisti del movimento dichiararono: “Chi può
credere ancora all’opacità dei corpi, mentre la nostra acuita e
moltiplicata sensibilità ci fa intuire le oscure manifestazioni dei
fenomeni medianici?”.
Da parte dei futuristi assistiamo a delle dichiarazioni d’intenti – quasi da poeti veggenti – coerenti con gli interessi di Marinetti, influenzato da un certo coté
esoterista e che confermano l’esistenza del legame tra l’ambiente
futurista, l’arte d’avanguardia e quelle ricerche che rientrano
nell’ambito dell’irrazionalismo occultistico ed esoterico del ventesimo
secolo.
Guido Andrea Pautasso ringrazia la Casa Editrice Bietti e in particolare l'amico Gianfranco De Turris e Andrea Scarabelli